Antonio Russo, quel nome così italiano



 










di Pietro Giorgio Carena

Antonio Russo era, ovviamente, uno di noi. Ma certo non rientrava nello stereotipo dell'Italiano alla ricerca di un posto fisso e di una vita fatta della ricerca di piccole certezze.Era un giornalista, di Radio Radicale. Coerentemente con le proprie convinzioni, non era iscritto all'ordine dei giornalisti. Ma il rango professionale se lo conquistava sul campo, e sui campi di battaglia.

Uomo di pace, per questo si mescolava alla guerra, anzi alle guerre. Le più fetenti, le più cattive, le più pericolose.

In quell'ottobre del 2000, la memoria mi porta a stento il ricordo di un suo racconto telefonico, dal Caucaso.

Aveva già in precedenza raccontato le atrocità nei Balcani, pochi mesi prima.

Quel giorno, raggiunto credo al telefono satellitare dal GR, descriveva i disastri della guerra caucasica.
Ricordo quel breve reportage perchè pochi giorni dopo, si seppe che era morto, in Georgia. Il 16 ottobre.
Il corpo presentava segni di tortura.
Aveva sfiorato Putin, come avrebbe fatto in seguito anche la Politkoskaja, che come lui ne morì, un altro giorno di ottobre, sei anni dopo.
Un uomo coraggioso, Antonio Russo. Un costruttore di pace in una parvenza di avventuriero.
Uno di noi fra i migliori.
Spendiamo qualche secondo per ricordarci chi era.

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