IL MONDO SALVATO DAI RAGIONIERI

    

di Pietro Giorgio Carena

Il mio papà, commentando la pochezza del dibattito economico del suo tempo, notava già allora che spiegare ad un Italiano il concetto di “ammortamento” era inutile al limite della crudeltà mentale. A distanza di trent'anni, io però un tentativo di formazione economica, lo farei.
Magari partendo però dalla distinzione fra costi fissi e costi variabili.
Qualche anno fa sentivo la radio: per un assessore regionale dell sanità, la priorità era la riduzione dei pernottamenti in ospedale.
In quel periodo, ero visitatore in un ospedale: uno dei migliori d'Italia. Il reparto era mezzo vuoto, ma la persona che ero andato a trovare fu dimessa senza pietà dopo un giorno solo di ricovero per un importante fatto operatorio.
Il suo letto (lo sappiamo per certo) rimase vuoto per due giorni. E così l'altro letto della stanza.
Il risparmio effettivo per la sanità piemontese fu l'esborso evitato della sussistenza di due notti in più; esagero: cinquanta eurini, fra pasti, e cambio biancheria. E basta.
Sospetto pertanto che il costo per letto della sanità venisse calcolato a costo pieno, comprensivo, cioè dei costi fissi ripartiti percentualmente.
Ma - statisticamente - se sbaglio analisi e riduco i costi per pernottamento, più li riduco e più mi sembra che aumentino, perché percentualmente i letti residui utilizzati sopportano un importo maggiore.
Il ragionamento è fallato, perché individua una soluzione sbagliata ad un problema frainteso.
Poco male, si direbbe: la distinzione fra costi fissi e costi variabili è una sofisticazione da ragionieri, non da politici o da medici. Peccato che in virtù di questa analisi contabile sbagliata si scaraventassero allora fuori dagli ospedali (e temo lo si faccia ancora) persone che a poco costo avrebbero potuto esservi mantenute per qualche giorno in più.
E magari, statisticamente, prima o poi qualcuna la accoppi, facendo così.
(Il mondo salvato dai ragionieri, mi verrebbe da teorizzare; non dai ragazzini di Elsa Morante)

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