Il Cono d'Ombra




Come la mancanza della Tangenziale Est soffoca il Chierese

Una promessa dimenticata

Nel cuore del Piemonte orientale, l'area del Chierese vive una realtà paradossale: pur trovandosi a pochi chilometri da Torino, rimane isolata dalle principali arterie di collegamento che potrebbero proiettarla verso Milano e il resto del Nord Italia. La mancanza di una tangenziale est di Torino ha creato quello che possiamo definire un vero e proprio "cono d'ombra", una zona sacrificata alla marginalità infrastrutturale.

Mentre il resto dell'area metropolitana torinese beneficia di un sistema di tangenziali che abbraccia la città da nord, ovest e sud, l'anello orientale resta incompiuto. Un progetto che "si parla da almeno un ventennio, ma con pochi passi concreti", come hanno sottolineato 26 sindaci della zona in una lettera al Sindaco Metropolitano nel 2021.

Un territorio in trappola

Chi vive nel Chierese lo sa bene: per raggiungere Milano, si è costretti a scegliere tra due alternative, entrambe problematiche. La prima prevede un largo giro attraverso Asti, che allunga notevolmente i tempi e i costi del viaggio. La seconda comporta un faticoso attraversamento collinare verso Chivasso, su strade provinciali spesso congestionate e inadeguate al traffico pesante.

Questo isolamento infrastrutturale non è solo una questione di comodità per i pendolari. È un ostacolo concreto allo sviluppo economico di tutta la zona. Le imprese locali subiscono costi logistici maggiori, i tempi di trasporto si dilatano, e l'attrattività del territorio per nuovi investimenti diminuisce.

Il progetto dormiente

Eppure, un progetto esiste. La tangenziale est di Torino collegherebbe l'autostrada A21 (all'altezza della frazione di Pessione di Chieri) all'autostrada A4 Torino-Milano nei pressi di Brandizzo. Un percorso di circa 22 km che toccherebbe, tra gli altri, i comuni di Santena, Chieri, Andezeno, Montaldo Torinese, Gassino Torinese e Settimo Torinese.

Il tracciato prevederebbe una parte in trincea per limitare l'impatto visivo, una galleria di circa 7,5 km per attraversare la collina torinese, e un nuovo ponte sul Po. Un'opera sicuramente complessa, con un costo stimato intorno a 1,2 miliardi di euro, ma che risolverebbe definitivamente il problema dell'isolamento del Chierese.

Tempi di percorrenza attuali: un confronto impietoso

Per comprendere meglio l'impatto negativo di questa situazione, basta analizzare i tempi di percorrenza attuali per chi, dal Chierese, deve dirigersi verso Milano:Percorso via Asti: La distanza tra Chieri e Milano passando per Asti si aggira intorno ai 157 km, con un tempo di percorrenza di circa 1 ora e 39 minuti in condizioni ideali di traffico. Questo percorso comporta anche costi significativi di pedaggio autostradale.
Percorso attraverso le colline: L'alternativa attraverso Chivasso è più breve in termini di chilometri (circa 140 km da Chieri a Milano), ma richiede l'attraversamento di numerosi centri abitati e strade provinciali, con tempi di percorrenza spesso superiori alle 2 ore a causa del traffico e delle caratteristiche del tracciato collinare.

Con la tangenziale est, il collegamento tra il Chierese e l'autostrada A4 per Milano sarebbe diretto e rapido, riducendo drasticamente tempi e costi di percorrenza.

Non solo automobili: il problema del traffico pesante

Un aspetto particolarmente critico riguarda il traffico pesante. Come hanno evidenziato i sindaci della zona, "ciò che resta attuale ed urgente è il problema del traffico pesante, ovvero i tanti Tir che ogni giorno attraversano i centri storici dei nostri abitati o si infilano nelle stradine anche dei più piccoli dei nostri Comuni, con tutti i conseguenti disagi anche in termini di inquinamento."
Senza una tangenziale est, i mezzi pesanti sono costretti a utilizzare la viabilità ordinaria, creando problemi di sicurezza, congestione e inquinamento nei centri abitati. Un problema che penalizza la qualità della vita dei residenti e aggrava ulteriormente le difficoltà logistiche delle imprese.

Una questione di equità territoriale

La realizzazione della tangenziale est non è solo una questione di efficienza logistica, ma anche di equità territoriale. Mentre altre aree della cintura torinese hanno beneficiato di importanti investimenti infrastrutturali, il Chierese continua a rimanere in questo "cono d'ombra", con conseguenze negative sul suo sviluppo economico e sociale.
Come sottolinea una petizione lanciata a favore dell'opera, "il Chierese e tutto il sistema produttivo ad Est del torinese meritano di essere messi al centro della viabilità di Torino e Piemonte". Non si tratta di privilegiare un'area a scapito di altre, ma di completare un sistema infrastrutturale che, allo stato attuale, risulta squilibrato e penalizzante per una parte significativa del territorio metropolitano.

Segnali di speranza?

Dopo anni di stallo, qualche timido segnale di movimento sembra finalmente emergere. A marzo 2025, l'assessore ai Trasporti Marco Gabusi ha riferito che la Regione ha stanziato 750mila euro in favore della Città Metropolitana per la progettazione preliminare dell'infrastruttura. I tecnici dell'ente hanno tempo fino al 30 giugno 2026 per presentare lo studio di fattibilità dell'opera.
Un passo avanti, certamente, ma ancora lontano dalla realizzazione concreta di un'opera di cui si parla da più di vent'anni. E nel frattempo, il "cono d'ombra" continua a soffocare le potenzialità di sviluppo del Chierese.

Conclusione: uscire dall'ombra

La tangenziale est di Torino non è un capriccio o un'opera di lusso. È un'infrastruttura necessaria per garantire equità territoriale e opportunità di sviluppo a un'area che, pur essendo parte integrante della città metropolitana, si trova oggi in una condizione di svantaggio infrastrutturale.

Il completamento dell'anello tangenziale torinese permetterebbe al Chierese di uscire finalmente da quel "cono d'ombra" che ne limita le potenzialità, connettendo efficacemente il territorio alle principali direttrici di sviluppo del Nord Italia. Un'opera che non può più attendere, perché ogni anno di ritardo rappresenta un'opportunità persa per un intero territorio e per le persone che lo abitano.
È tempo che la politica trasformi le parole in fatti concreti, passando dalla fase degli studi e delle promesse a quella della realizzazione. 
Solo così il Chierese potrà uscire dall'ombra e guardare con fiducia al futuro.

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